Si rivolgeva presso lo Studio Legale Mesiano un lavoratore che lamentava
l’insorgenza
della patologia della spondilodiscoartropatia lombare con protrusioni discali multiple contratta nell’esercizio e a causa dell’attività lavorativa svolta.
La difesa presentava all’Inail denuncia per il riconoscimento della malattia professionale ed il pagamento dell’indennizzo per danno biologico dovuto.
A seguito di collegiale medica, l’Inail comunicava l’impossibilità ad accogliere domanda poiché gli accertamenti effettuati per il riconoscimento della malattia professionale evidenziavano che il rischio lavorativo cui era stato esposto non era idoneo a provocare la malattia denunciata.
Per tale motivo l’Avv. Paola Mesiano promuoveva il giudizio nei confronti dell’Istituto Previdenziale affinché venisse accertata che la patologia che affliggeva l’assistito fosse conseguenza dell’attività lavorativa svolta e da considerarsi malattia professionale.
L’Inail contestava la ricostruzione dei fatti del ricorrente e la mancanza di prove chiedendo il rigetto del ricorso.
L’Avv. Mesiano sosteneva che la patologia di cui era affetto il ricorrente OPERATORE ECOLOGICO/AUTISTA era stata contratta nell’esercizio e a causa dell’attività lavorativa svolta poiché lo stesso era stato impegnato in movimenti ripetitivi richiedenti necessariamente la movimentazione manuale dei carichi, un sollevamento di pesi non leggeri e il mantenimento di posture incongrue.
Il Giudice del Tribunale di Reggio Calabria- Sezione Lavoro affermava che “le spondilodiscopatie vengono usualmente annoverate tra le work-related diseases ovvero tra quelle patologie cronico-degenerative ad eziologia multifattoriale rispetto alle quali l’ambiente di lavoro può assumere talvolta il ruolo di concausa diretta ed efficiente (d.m. 10 giugno 2014)”, e pertanto accoglieva le ragioni esposte dal lavoratore dichiarando il diritto dello stesso all’indennizzo in capitale per la
menomazione dell’integrità psicofisica da malattia professionale.